giovedì 13 maggio 2010

Alberto Martini per "Le malie del passato". Il mondo di Giovanni Bertacchi 1

              


                                                               Copertina di Alberto Martini

Il mondo di Giovanni Bertacchi è un libro in progress che si abbina on line a Giovanni Bertacchi Libroweb. E che come quest’ultimo troverà la sua necessaria sistemazione in una antologia su carta stampata. Qui compariranno aspetti, normalmente chiamati peritesto, e cioè immagini, documenti, curiosità, foto che riguardano il poeta del Canzoniere delle Alpi. A corredo della sua produzione poetica ed anche a testimonianza di come, a Chiavenna e in Valtellina, anche grazie alla scuola, il poeta viene ricordato e divulgato inventando uan sorta di manualistica regionale. Necessaria per conoscere la letteratura italiana come già auspicava Dionisotti. Claudio Di Scalzo discalzo@alice.it


IL POETA DELLE ALPI E IL PITTORE DANDY

Giovanni Bertacchi ebbe un fruttuoso rapporto con l’editoria, almeno fino a quando il fascismo e le sue strategie di controllo totalitario non imposero diversamente, e ne è testimonianza la copertina de Le malie del passato (1905): il racconto in versi del poeta è disegnata dai uno dei maggiori incisori e pittori italiani del simbolismo europeo: Alberto Martini. Che avrà anche una pregevole carriera come pittore echeggiante, in anticipo, tematiche surrealiste. Sembra che Martini venisse in visita spesso al Palazzo Vertemate. Ecco, un capitolo da ricostruire sarebbe questo: Martini in Valchiavenna e magari i suoi rapporti con Bertacchi se ci furono o se l’illustrazione fu un’idea semplicemente dell’editore.



Alberto Martini (Treviso 1876 - Milano 1954). Incisore e pittore. Determinante lo studio di Dürer. La sua grafica: disegno, incisione, ex-libris, illustrazioni, ebbe il momento di maggior fama quando essa si riversò nel rapporto con I racconti Straordinari di Edgar allan Poe, (1905-1908). E con le Feste Galanti del poeta francese Verlaine, (1911). Il mondo di Martini era assolutamente legato alla stagione simbolista e decadente. Nelle sue opere compare sempre il misterioso e l’ambiguità del reale. Anche la copertina rimanda a questa vocazione. Rendendo decadente quanto invece, nei versi di Bertacchi, è vocazione semplicemente malinconica e umanitaria. Nel 1928 Arturo Martini si trasferì a Parigi. Frequenterà gli artisti legati a Breton ma non aderirà al movimento surrealista. Nel 1934 ritornò a Milano e qui visse appartato fino alla morte.



                                                                                    Alberto Martini: Autoritratto




   

Nessun commento:

Posta un commento