domenica 1 febbraio 2015

GIOVANNI BERTACCHI LIBRO-WEB 12: "Riflessi di orizzonti" - A cura di Claudio Di Scalzo







GIOVANNI BERTACCHI

Libro-Web 12

RIFLESSI DI ORIZZONTI


Basiliche di nubi
costruite dal vento; aeriformi
gioghi; tempeste immote ove si addensa
un contenuto mugolio di tuoni;
come chi passa sotto i vostri nembi
avvicinati in imminenze enormi,
io vo sui lembi
d'una inespressa mia opera immensa.

Dai grembi della vita
nasce il poema, come voi dai mari;
si riverbera a me dal vivo sfondo
degli orizzonti in cui l'anima indugia,
quando si fa più dolorosa o truce
quaggiù la storia ed oltre quei velari
di colorata luce
si compie qualche grande ora nel mondo.






COMMENTO E PARAFRASI


Questa poesia, come PROEMIO apre la raccolta RIFLESSI D'ORIZZONTI pubblicata da Giovanni Bertacchi nel 1921. L'intensità delle immagini e la duttilità ritmica testimoniano il rinnovamento operato dal poeta nel suo versificare, o quantomeno il tentativo di accostarsi alle nuove modulazioni simboliche, che poi si sarebbero dette ermetiche, che andavano diffondendosi. Ma la modellazione orfica del proprio io, il biografismo poetico, non è nelle corde di Giovanni Bertacchi, pertanto ancora si ricollega ai fenomeni naturali, li descrive li accenna li disegna quasi, e soltanto all'interno di questo grembo o molteplici "grembi della vita" la poesia può avere una genesi e un ruolo adatto a servire l'umanità e l'evoluzione verso il bello. L'antico socialista ancora nutre fiducia nell'epica suggerita dalla storia all'estetica, alla poesia, alla missione della letteratura. Il ripiegamento para-crepuscolare presente in "A fior di silenzio" è, in questo proemio-Riflessi di orizzonti, messo in sordina. Bertacchi tenta di innovarsi dentro la "sua" tradizione, che deve molto all'ottocento, e per questo, rispetto alle raccolte del tempo, pubblicate da altri poeti, è strepitosamente "inattuale". 

"Basiliche di nubi" - Le immagini stupefatte e fantasmagoriche, ispirate dalla nubi (sulle montagne, sul paesaggio), rimandano anche al Pascoli però quelle basiliche aeree sono pure una novità orfico-ermetica per un paesaggio stato-d'animo oramai poco solido e preda di ogni mutamento. 

"Come chi passa" - Il poeta confessa a se stesso che il suo cammino poetico, ed umano, sta nel lambire un'opera inespressa, che non si realizzerà. C'è il desiderio di dire e vivere tutto, però il poeta viandante si muove sotto il dominio instabile dei suoi progetti ed essi come nembi si sfrangiano si manifestano illusori. 

"Dai grembi della vita / nasce il poema" - la poesia, o meglio il poema, la narrazione in versi, l'epica che può cantare l'umanità del singolo e delle masse, nasce dai vari "grembi della vita" nel suo manifestarsi nella storia e nelle singole biografie affidate al tempo; un po' come le basiliche di nubi nascono dai vapori della terra e del mare.

"Si riverbera a me..." - La poesia (o meglio il poeta che l'organizza in testualità) riflette, rispecchia la realtà della vita, nesi suoi momenti di accesa tensione, quando cioè la storia (umana) presenta, manifesta, le stagioni della tragedia e della complessità. La poesia come rispecchiamento dell'azione dell'uomo è prettamente di origine marxiana, il tono della versificazione che propende all'oratoria (a volte carducciana) è inevitabile per l'impegno in poesia di un uomo formatosi nel Positivismo, e questo dualismo, senza equilibrio, è la cifra dell'ultimo Bertacchi.    




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