lunedì 2 febbraio 2015

GIOVANNI BERTACCHI LIBRO-WEB 16: "Leopardiana" da "A fior di silenzio". A cura di Claudio Di Scalzo


Fanny Targioni Tozzetti




LIBRO-WEB 16
(a cura di Claudio Di Scalzo)
 
LEOPARDIANA

da "A FIOR DI SILENZIO"

Traversando in corriera l'Appennino,
per il passo della Futa, da Bologna a Firenze.
Passano in questi versi Maria Belardinelli 
che sembra adombrata nella Nerina delle "Ricordanze"; 
Teresa Carniani Malvezzi, amata dal Leopardi in Bologna; 
e Fanny Targioni Tozzetti amata in Firenze
e figurata dal poeta in aspasia.  


Egli passò di qui. Giunto non era
pei varchi ancora il fumido convoglio,
che avvolgesse il suo canto e il suo cordoglio
in rombo di bufera;
ma, senza tregua, nell'affievolito
occhio il riflesso della strada bianca,
e gravi su la vinta anima stanca
il tedio e l'infinito.

Egli passò di qui. Nelle aduggiate
soste cenò col suo deserto cuore,
pallido astemio, fra il giocondo ardore
delle ilari brigate:
durò le pazienti ore uniformi;
e, brividendo, s'avvolgeva ne' panni
l'esile petto, gravido d'affanni
e di poemi informi.

Andava: e dietro a lui la disamata
casa dei padri; i cheti orti, i sentieri,
le campane de' sabati, i misteri
dell'alta ombra stellata:
ma su le fioche labbra una divina
sommessa voce che dal cuore salìa,
una parola, un alito: maria!
Dolce Maria Nerina!

Tornava: e dietro a lui l'ampio e fecondo
suolo d'Emilia, un'ultima perduta
fede di vita e nel pensier cresciuta
la vanità del mondo:
ma sulle fioche labbra una parola
simile a un cruccio di speranza offesa:
un'esil voce, un alito: Teresa!
Lusinga ultima e sola!

Stanco intanto di vividi barbagli
nella pupilla gli morìa lo sguardo;
morìa sul ritmo sonnolento e tardo
dei penduli sonagli,
fin che, velato il dì, gli occhi sedotti
s'aprian vagando per gli aerei seni,
com'ei solca nei limpidi sereni
delle sue patrie notti.

Or tu per l'Appennino, ecco, viaggi,
o notturno poeta: esala i nomi
dolci e richiama i vagabondi aromi
de' tuoi perduti maggi.
Prosegui: la tua pace anche è lontana,
un altro nome, ma non qui, dirai,
pungendoti le mani entro i rosai
della Gentil Toscana.

Fanny, Fanny! - Deh, cancellar dai sensi
quel profumo di colpa e di promessa;
quella bocca profferta e non concessa,
e i moti, e i sogni immensi!
Aspasia! Aspasia! - Oh, superar la sorte,
negare il Tutto e, sul dirupo estremo
della rinuncia, coglier te, supremo
fior dell'amore, o morte!

Ma, prima della morte, un monte nero
incoronato di perpetua fiamma,
che in sé traduca il diuturno dramma
del tuo brullo pensiero:
il nero monte e te, cuore che alterni
sui ribollenti baratri iracondi,
tutto il sospetto gravitar dei mondi,
i tuoi problemi eterni.

Là poserai per sempre il tuo poema
si compie là: l'insonne tuo tormento
riconfuso ne andrà con l'elemento
di che la terra trema.
Che attender più? Dischiusa la finestra,
troverai la fragranza in cui morire;
e rivivrai per entro l'avvenire
col fior della ginestra.

Loiano, Firenze, nascendo il settembre 1909





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